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Da Leader a “E-leader”: nuove competenze del management

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Creare gruppi di lavoro efficaci e collaborativi, con una visione comune sugli obiettivi, è il fattore chiave per lo sviluppo di ogni azienda. Negli ultimi anni, grazie alla crescente accessibilità alle informazioni, abbiamo assistito ad una democratizzazione interna delle decisioni, con il coinvolgimento nel processo decisionale di tutte le parti interessate.

Un nuovo spazio d’azione per il management

Le multinazionali, le multi-site, ma anche le aziende che semplicemente non sono più tornate indietro dalla flessibilità maturata durante la pandemia, cercano di alimentare questo coinvolgimento, bypassando le differenze linguistiche e culturali tra le risorse (ne abbiamo parlato anche in questo articolo), facendo leva su manager che si configurano sempre più come “E-leader”, leader “digitali”, in grado di gestire flussi e processi sempre più dematerializzati e distanti.

Lo spazio di azione del manager è ormai uscito dal perimetro fisico dell’azienda per raggiungere i gruppi di lavoro sui quali il team leader non ha un controllo diretto. Queste modalità di lavoro, specie dove le risorse coinvolte sono multiculturali, richiedono lo sviluppo di nuove competenze da parte dei leader.

L’equazione della fiducia

Secondo Jo Owen, esperto di management che ha seguito i team remoti delle più grandi aziende americane, per gestire i collaboratori nelle situazioni multi-site è fondamentale costruire una rete di alleati all’interno e all’esterno dell’azienda, una rete basata sulla fiducia reciproca e sulla credibilità. Non esiste, lo sappiamo, una formula magica, ma esiste un’equazione, l’equazione della fiducia:

F = (V*C) / R, ovvero fiducia (F) è uguale al prodotto della condivisione dei valori (V) e della credibilità (C), diviso il fattore di rischio (R).

Come suggerisce Owen, la costruzione di un network di connessioni “parte dal cuore, non dalla testa” e riuscire a coinvolgere emotivamente i partner è la chiave per creare la rete di alleati di cui si ha bisogno: interessarsi alla vita dei collaboratori, alle loro passioni ed esperienze lavorative passate è un modo, ad esempio, per entrare in sintonia con le risorse.

Credibilità, promesse e valori: le chiavi della leadership

Attraverso la costruzione di un rapporto di fiducia tra manager e team, in cui si condividono obiettivi e valori aziendali, si instaura un interesse reciproco che consente di cominciare un lavoro sinergico per raggiungere più facilmente i traguardi prefissati.

La credibilità – la seconda variabile dell’equazione – si costruisce partendo dal basso, da piccole promesse tangibili che vanno mantenute. Mostrandosi capace di adempiere alla parola data, il manager viene visto dai collaboratori come una persona degna di fiducia e competente. Un altro elemento fondamentale nella costruzione di questo network di fiducia è la percezione del rischio: più il manager è in grado di ridurla, più il team sarà motivato a lavorare con lui.

Non dare mai l’obiettivo per scontato

Come dicevamo, quindi, allineare i team sugli obiettivi è di fondamentale importanza. Di certo, però, dire quali sono gli obiettivi è un conto, analizzarlo è un altro. Ciò che è importante, anche se spesso trascurato, è spiegare perché l’obiettivo è rilevante. Trovandosi in un ambiente eterogeneo e multiculturale, come quello dei team globali, il manager non può aspettarsi che i collaboratori comprendano fin da subito tutte le motivazioni per cui quell’obiettivo è importante. In contesti diversi, ciascuno potrebbe tendere a dare un’interpretazione diversa. Se i collaboratori, invece, riescono ad interiorizzare gli obiettivi avendoli compresi a fondo, il lavoro diverrà una cooperazione produttiva. Gli obiettivi condivisi sono sempre più potenti e proficui.

Non confondere l’obbedienza con l’impegno

Un errore che alcuni manager commettono è pensare che i team li seguiranno spontaneamente grazie alla loro capacità di leadership. In realtà, i collaboratori si adeguano anche a pessimi manager poiché spesso i rischi connessi ad una possibilità di licenziamento sono troppo alti e rappresentano una minaccia. “Mai confondere l’obbedienza con l’impegno organizzativo” suggerisce l’esperto di management internazionale Jo Owen, perché non è certo l’obbedienza a condurre agli obiettivi aziendali. I leader più efficaci cercano di stipulare un contratto psicologico con le persone che coordinano e lo fanno anche attraverso un semplice “programma” che mette in sinergia tre elementi: idea (una strategia semplice, chiara e condivisa), persone (creare un team adatto), denaro (budget).

Leadership e management con i più grandi business thinker internazionali

Gestire team globali, sviluppare strategie più flessibili per confrontarsi con le grandi trasformazioni sociali, fare impresa in modo più sostenibile in mercati sempre più volatili: queste e molte altre le tematiche al centro del Leadership Forum, il grande evento dedicato alla leadership e al management, che tornerà a Milano il 25 e 26 ottobre 2023 a Milano e in diretta streaming. Tra i business thinker sul palco: Jo Owen, Consulente per oltre 100 delle principali aziende globali e il fondatore di Teach First, la più grande organizzazione di recruiting no-profit del Regno Unito; il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb, autore de Il Cigno nero, la storica CEO di PepsiCo Indra Nooyi, Mo Gawdat, già Chief Business Officer di Google X ed esperto del rapporto tra intelligenza artificiale e benessere sul luogo di lavoro. Scopri tutti i relatori e il programma completo a questo link.