Oltre lo smart working c’è un mondo di potenziali modalità e, soprattutto, spazi di lavoro. Spazi non solo in senso letterale, ma anche concettuale, come li ha definiti l’antropologa culturale Jitske Kramer. Come abbiamo iniziato a vedere in un precedente articolo, si tratta di ambienti sinergici di incontro e scontro di idee e visioni, di conoscenza e integrazione delle differenze. Si tratta di rivedere il modo stesso di pensare l’organizzazione e la crescita di team e intere organizzazioni a fronte dei grandi cambiamenti.
Se il primo spazio individuato dall’antropologa, che da anni applica le ricerche di questa disciplina al mondo dell’impresa, è proprio quello del cambiamento, ve ne sono altri da prendere in considerazione in questa fase storica in cui i leader d’azienda sono chiamati necessariamente a guardare il futuro come a un percorso di trasformazione. Se il futuro è percorso di trasformazione, la domanda obbligata è: come intraprenderlo?
Lo spazio ibrido
“Lavorando di più”, spiega Kramer nei suoi studi, è stata spesso la risposta a questa domanda fino al recente passato, ma è proprio adesso che a dare un senso a questo quesito la risposta dovrebbe essere “lavorando in modo diverso”.
Si parla ormai da tempo di lavoro ibrido, per intendere una modalità che coniughi flessibilità sia sulla postazione da cui viene svolto il lavoro, sia sull’orario lavorativo. Ma anche questo concetto va ulteriormente espanso: “dobbiamo necessariamente considerare nuovi spazi”, aggiunge Kramer. Uno spazio ibrido implica prendere in considerazione che i collaboratori non solo si trovino a non condividere più tra loro l’ufficio, ma neppure la stessa città. Si tratta di individuare i nuovi spazi, sottolinea l’antropologa, gli spazi in cui si trovano effettivamente le persone, e fare in modo che anche in questi tutti possano instaurare relazioni.
Nuovi rituali: le 3 domande cardine per la leadership
E poi ci sono i ritmi: non più dettati dalla tradizionale scansione temporale, è necessario riconsiderare processi e flussi in base ai tempi di reazione conseguenti alla flessibilità, ricercando nuovi equilibri. Si tratta di permettere a quelli che l’esperta definisce “nuovi rituali” di instaurarsi, con una grande consapevolezza: non esiste una soluzione che funzioni per tutti. A guidare i leader in questa ricerca di equilibrio sono 3 domande cardine:
- Qual è la missione e lo scopo, cioè l’animo dell’organizzazione?
- Quali sono le principali attività e gli obiettivi organizzativi?
- Chi sono i nostri collaboratori e i nostri clienti?
Lo spazio d’incontro
Riuscire a dare una risposta a queste domande porta ad elaborare un spazio d’incontro. Il processo fondamentale che dà vita e forma alla cultura di ogni organizzazione, specifica Kramer, avviene grazie alla sinergia tra l’interazione e il decision making. In genere, il processo di interazione avviene principalmente attraverso due modalità: le più tradizionali riunioni che seguono un ordine del giorno o incontri e conversazioni più informali che si svolgono in contesti esterni ai luoghi fisici legati all’azienda.
Leadership: dalla transazione alla conversazione
Le classiche riunioni che seguono un ordine del giorno sono assolutamente utili e necessarie: servono a discutere dei topic di interesse e urgenza quotidiana, per organizzare, reindirizzare, pianificare. Si tratta di interazioni necessarie, ordinarie ma non del tutto sufficienti.
Il vero cambiamento, quello in grado di rimodellare a fondo la cultura aziendale, avviene durante il secondo tipo di riunioni, quelle più informali. In queste occasioni, infatti, si condividono “sentimenti, sogni e nuove storie”. E se un tempo il suggerimento era di creare più occasioni di questo genere, oggi la vera sfida è come crearne anche a distanza, come rinnovare queste preziose situazioni che hanno gli enormi vantaggi di generare connessioni umane molto autentiche, di delineare spazi di sicurezza psicologica, facilitare la nascita di nuovi rituali e nuove etichette di comportamento.
Dalle tribù nomadi, i consigli per una “leadership remota”
Traendo ispirazione dai suoi studi sulle popolazioni nomadi, Jitske Kramer traccia un interessante parallelo tra la leadership di chi oggi è alla guida di un’impresa: quella dei capi tribù. Per generare connessioni i leader delle tribù nomadi mettono l’umanità e l’autenticità al centro, forniscono a tutti i membri un framework specifico che delinea attività in grado di coinvolgere la partecipazione di tutti i membri. “È in questo modo che si generano ricordi e memorie comuni, – spiega Kramer – più che attraverso presentazioni in PowerPoint e ordini del giorno.”
Lo spazio dell’esperimento
Il desiderio di creare connessioni e sinergie che si genera nello spazio d’incontro informale porta all’ultimo spazio individuato dall’antropologa Kramer: lo spazio dell’esperimento. È quello spazio in cui tutto ciò che fino a poco tempo fa veniva considerato normale viene adesso messo in discussione. È uno spazio di confine in cui “ciò che era non è più, cioè che sarà è ancora sconosciuto, e ciò che è ora è caotico.”
Specie dopo l’esperienza pandemica, questo significa per i leader e per i loro team lavorare per individuare nuovi significati e nuovi valori, i comportamenti ad essi corrispondenti e modalità per implementarli e renderli parte integrante della costruzione dei processi.
Leadership dell’ordinario vs leadership straordinaria
Le grandi trasformazioni, aggiunge l’antropologa, avvengono in genere in 3 fasi: quella di separazione, quella di transizione e il ristabilirsi di una normalità. Proprio questa terza fase è quella in cui ci troviamo oggi e che richiede alla leadership una doppia abilità:
• La leadership dell’ordinario, ovvero la capacità di concentrarsi sull’urgenza presente, quindi l’abilità a focalizzarsi sulle decisioni quotidiane e proseguire in avanti.
• La leadership straordinaria, cioè l’abilità a coinvolgere collaboratori, a nutrire e formare un ambiente in cui il cambiamento e la trasformazione positiva possa realmente attecchire e far progredire l’azienda su tutti i livelli, da quello umano a quello economico-finanziario.
Team più forti, uniti nella diversità, pronti al cambiamento
Antropologa aziendale, imprenditrice e autrice, Jitske Kramer è la fondatrice di HumanDimensions, organizzazione che fornisce consulenza e formazione sui temi della diversità, dell’inclusione e della cultura organizzativa. Le sue ricerche da anni indagano i rapporti tra leadership, potere, influenza, fiducia e cambiamento.
Al Leadership Forum, il grande business event dedicato alla leadership e al management, Jitske Kramer condividerà i suoi insight dal campo dell’antropologia su come sviluppare una leadership più agile, in grado di consolidare i team e renderli più pronti al cambiamento. Il Leadership Forum si svolgerà il 26 e 27 ottobre 2022 al Teatro degli Arcimboldi di Milano: leggi il programma completo qui.