Accadono strane cose quando si ottengono posizioni di rilievo all’interno di un’azienda. Improvvisamente le vostre battute saranno più divertenti, i vostri gusti impeccabili e il vostro giudizio sarà preso come metro di paragone per tutto. Le persone intorno a voi vi sembreranno più gentili e sempre in cerca del vostro consenso. Insomma, strani cambiamenti avvengono intorno a voi e questo vi mette in una posizione “pericolosa”. Siete in vista, su un piedistallo e in bella mostra. Non potete sbagliare.
Al contempo, in quanto leader, siete maggiormente esposti a situazioni che potrebbero indurvi in errore. Molti vi chiederanno consiglio e dovrete destreggiarvi con un numero di richieste sempre in aumento. Come sanno bene gli appassionati di fumetti Marvel: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.
Ma non è sempre facile ricordarsi della massima di Ben Parker, e spesso il potere può dare alla testa. Sparita la competizione di un tempo e spariti i feedback sinceri, potreste perdere il contatto con la realtà e le cose potrebbero iniziare ad andare male piuttosto in fretta. Le trappole più comuni in cui si incappa quando si ha una posizione di potere in un’azienda sono:
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Tuffarsi nella mangiatoia del prestigio e dei titoli.
Questo tipo di atteggiamento consiste nel ritirarsi nel comfort del proprio ufficio. Così facendo si sottovalutano le preoccupazioni derivanti dall’ordinaria amministrazione di un’azienda che, seppur non entusiasmante, è il motore che permette all’ingranaggio di andare avanti.
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Sottovalutare la propria influenza.
Giunti al vertice si diventa un punto di riferimento, un modello, sia in termini di comportamento, sia di orientamento. Quelli che un tempo erano commenti innocenti assumono ora un peso rilevante. Le parole sono pietre, pesanti e ingombranti. Valutate attentamente quali utilizzare.
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Cavalcare l’onda.
Molti leader si trovano semplicemente a gestire una situazione ricevuta in eredità e così finiscono per adagiarsi sugli allori di una gloria passata. Un leader che si rispetti però dovrebbe gettare le proprie basi per aumentare il successo dell’azienda. Dovrebbe avere una direzione e una visione chiara e non limitarsi a riciclare quella degli altri.
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Sovrastimare le proprie capacità.
Alcuni leader diventano simili a dittatori. Comandano, controllano e prendono decisioni su qualunque cosa. Questo il più delle volte conduce ad una leadership inefficace. Nessuno ha il monopolio della saggezza. I leader capaci sono quelli che riconoscono i propri limiti e formano un team capace di compensarli.
Queste trappole colpiscono tutti i tipi di leader, ma specialmente quelli appena insediatisi, o le persone che hanno recentemente ottenuto maggiore poteri ed autonomia.
Dall’altro lato, anche i leader “senior” hanno spesso delle pecche. La difficoltà maggiore in questo caso consiste, una volta arrivati ad un certo punto, nel perdere interesse per l’apprendimento. Si pensa che raggiunto un certo livello non sia più necessario studiare, proprio come succede quando si smette di andare a scuola. I vecchi lupi non imparano trucchi nuovi. I leader che magari hanno 20 anni di carriera di successo alle spalle, non sono molto ricettivi verso chi sostiene che la loro pratica di leadership non sia quella giusta. I leader tendono a fossilizzarsi, a non cambiare abitudini e a restare fedeli alle formule collaudate. Questo atteggiamento premia solamente se l’ambiente in cui si lavora resta immutato, ma un fenomeno del genere è più unico che raro. La normalità, specie oggigiorno, è il cambiamento e non la stasi.
Per far fronte a queste difficoltà e soprattutto per indirizzarvi sulla giusta strada della leadership, avete a disposizione 2 semplici test. Sia che abbiate assunto una posizione di potere da poco sia che siate a capo della vostra azienda da decenni, avere chiaro in mente cosa voglia dire essere un leader e cosa voglia dire fare il leader è fondamentale se volete avere successo, per quanto possa apparire scontato. Ma passiamo alla pratica.
Prendetevi 10 minuti e scoprite che tipo di leader siete con questi test:
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Il test di Kissinger
Dal nome del noto Segretario di Stato americano che definì la leadership “l’arte del portare le persone ad un punto in cui non sarebbero mai arrivate da sole”, ecco una facile valutazione iniziale, consigliata a leader di ogni livello. La maggior parte delle aziende infatti punta sempre al miglioramento dei costi, della qualità e delle vendite, nell’eterno tentativo di vincere la gara “migliore – più veloce – più economico”. Se il vostro maggior successo è stato quello di essere riusciti a vincere questa gara, allora siete sicuramente degli ottimi custodi aziendali. Infatti così facendo avrete traghettato l’azienda da un punto A ad un punto B, ma non vi sarete spinti oltre. Non avrete portato le persone dove non sarebbero arrivate da sole. Avete fallito il “test” di Kissinger.
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Il test dell’eredità
Recentemente abbiamo festeggiato i 70 anni della Repubblica Italiana: grandi celebrazioni, articoli, memoriali. Adesso provate ad elencare, non dico tutti, ma i leader politici di maggior successo che si sono succeduti in questi 70 anni. Anche se siete esperti di politica non sarà facile, e ancora più difficile sarà elencare, al fianco dei nomi, i maggiori successi che questi hanno ottenuto. Questo per dire che spesso non si viene ricordati per ciò che si vorrebbe. Lo stesso vale per i manager delle grandi aziende. A questo punto pensate a voi: prima a come vorreste essere ricordati e poi a come probabilmente sarete ricordati per quanto fatto finora. Fate questo esercizio con umiltà a cadenza regolare e capirete che “abbassare i costi” non servirà a farvi ricordare. Per lasciare il segno dovete alzare il tiro, e di parecchio.
Come leader probabilmente siete voi stessi il vostro critico più severo, e col tempo avete imparato a mettervi alla prova per sforzarvi di superare i vostri limiti. Questi 2 piccoli test rappresentano un ottimo punto di partenza a cui potete affidarvi per fissare obiettivi significativi.
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