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Leadership efficace: l’importanza dell’autenticità

Autenticità e Leadership

Nel contesto del business, sempre più volatile e soggetto a cambiamenti, discutere di leadership efficace apre nuove domande. O meglio, richiede risposte nuove a domande che, da sempre, chi è alla guida di un team o di un’azienda deve affrontare. Cosa rende un leader un buon leader? Si tratta di skill tecniche o delle cosiddette soft skill? Contano maggiormente le abilità manageriali più concretamente visibili o si va nell’ambito, all’apparenza più difficile da valutare, delle abilità interpersonali?

Naturalmente non c’è una risposta univoca, tuttavia ad emergere è una caratteristica che ha il pregio di unire le due sfere: l’autenticità. Si tratta di una qualità in grado di produrre risultati i cui benefici contribuiscono non solo ad incrementare l’efficacia e l’influenza individuale del leader, ma soprattutto a costruire fiducia e consolidare una cultura aziendale più trasparente e, per questo, più proficua.

Margarita Mayo, docente di Leadership e Organizational Behavior all’EI Business School di Madrid, è una delle maggiori esperte internazionali sul tema dell’autenticità applicato alla leadership, che da anni approfondisce alla ricerca di nuove metodologie per incrementarla e implementarla in azienda.

Che cosa significa incarnare una leadership più autentica

“L’autenticità è un concetto olistico” spiega la docente: coinvolge gli aspetti cognitivi tanto quanto quelli emotivi e, proprio per tal motivo, quello basato su questa qualità è un approccio in grado non solo di rafforzare la leadership individuale, ma di estenderne i benefici a tutta la cultura aziendale e di creare un ambiente di lavoro più positivo per collaboratori e attraente per gli stakeholder.

“Essere autentici significa conoscersi, avere chiarezza mentale, sentirsi a proprio agio con se stessi, vivere in accordo con i propri valori. Permette di costruire fiducia e guadagnare il rispetto del team”. In questo senso l’autenticità è il più grande asset della leadership efficace. Si tratta di un approccio “più umanistico”, che implica mettere le persone al centro dell’organizzazione.

Sono ormai numerosissimi gli studi che dimostrano come i migliori leader siano – contrariamente a una credenza comune da accantonare – le personalità più umili. È vero, si tende a subire il fascino di caratteri carismatici, e a tratti narcisisti, che sembrano offrire una soluzione semplice ai problemi, che però a lungo andare rivelano soprattutto effetti negativi sui team: non mettono a frutto il talento dei membri, non facilitano lo spirito d’iniziativa, abbassano il morale e non portano innovazione.

“La fiducia è la nuova valuta globale della leadership”, sostiene il notissimo esperto Stephen M.R. Covey: concorda Mayo, che spiega come proprio l’autenticità sia il principale strumento che oggi consente di sviluppare fiducia all’interno di team e organizzazioni. L’autenticità, aggiunge la docente, è proprio l’antidoto alla mancanza di fiducia: un fenomeno che, specialmente in periodi di particolare incertezza come quello attuale, tende a farsi largo all’interno di team, ma anche tra gli stakeholder; e contribuisce a un progressivo deterioramento della qualità del lavoro, della vita, della performance, oltre che dell’efficacia della leadership stessa.

Come sviluppare una leadership più autentica

Com’è possibile sviluppare una leadership più autentica e, dunque, più efficace?
È soprattutto grazie a un set di 3 skill che, secondo Margarita Mayo, inserita nel radar dei migliori business thinker internazionali da Thinkers50, i leader possono sviluppare autenticità e strumenti utili per gestire il grande cambiamento che ci sta richiedendo di riconfigurare interi sistemi e di rivedere centinaia di metodi e processi.

La studiosa le ha definite “le 3 I della leadership”: Ispirazione, Innovazione, Inclusione.

Ispirazione: coltivare la passione

Quando un leader è appassionato a ciò che fa, si registra un aumento del tasso di coinvolgimento dei collaboratori. L’entusiasmo e l’energia sono fattori contagiosi. Quando si cambia ruolo, nel corso della carriera, e ci si adatta alle situazioni – spiega Mayo – rimanere fedeli a se stessi richiede un lavoro costante. Ecco perché fare ciò che si ama è uno strumento utile all’autenticità: consente di ricaricare il bagaglio di energia e di averne sempre a disposizione. Altrettanto lo è saper leggere e gestire le proprie emozioni, nonché quelle degli altri: solo così si può esercitare un impatto significativo e positivo.

Innovazione: nutrire il mindset della crescita costante

Specie in un contesto di trasformazione continua, la cosa più importante per un leader è conoscere la valenza di un feedback onesto e saperla mettere a frutto. Si tratta, spiega l’esperta, di restare sempre orientati alla crescita. Occorre imparare a sentirsi a proprio agio anche quando si prende coscienza di una vulnerabilità e saper gestire questi momenti senza ricorrere ad atteggiamenti difensivi, anzi trasformandoli in spunti per creare nuove opportunità. La chiave – racconta Mayo – non è avere sempre tutte le risposte. Al contrario, è essere sempre pronti a fare e farsi le domande più utili.

Inclusione: far crescere nuovi leader

La vita professionale e quella personale hanno smesso ormai da tempo di essere concepite come due sfere separate. Una sfera compenetra l’altra, influenzando senza soluzione di continuità le performance di collaboratori e team. Ecco perché i leader autentici – sostiene la docente di comportamento organizzativo – hanno tra le principali priorità il benessere e lo sviluppo degli altri. Il vero leader sviluppa i talenti, consente loro di formarsi e di acquisire nuove abilità e, così facendo, costruisce team ad alte performance che condividono una visione e un forte scopo comune. “I veri leader hanno ben in mente i problemi dell’oggi, senza compromettere il domani. Sono in grado di mettere a punto una vision positiva per il futuro, che è ciò che rinsalda la squadra a incrementa la coesione”.

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