Scendere in campo è certamente la metafora che ben caratterizza una delle doti fondamentali della leadership.
Come suggerisce il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb nel suo ultimo bestseller Skin in the game, solo chi mette letteralmente la propria pelle in gioco può acquisire la credibilità necessaria per incarnare la figura del leader.
Scendere in campo nel mondo imprenditoriale significa assumersi il rischio, accettare in prima persona la responsabilità delle decisioni da prendere talvolta in situazioni di estrema incertezza, sporcarsi le mani.
È questo che fa la differenza tra un semplice caposquadra e un vero e proprio leader. O un Capitano.
Non a caso, il mondo dello sport è una fonte di preziose lezioni di leadership.
Per questo motivo oggi vogliamo scendere in campo e condividere i valori fondamentali che hanno reso Alessandro Del Piero uno dei più grandi Capitani di tutti i tempi, Campione del Mondo e bandiera del calcio italiano.
Inserito nella lista dei più grandi calciatori viventi dalla FIFA, con la Juventus ha vinto tutto, riscrivendo quasi tutti i record bianconeri di sempre.
Per lui la voglia di migliorare, e continuare a migliorarsi, è sempre stata un’ossessione.
“Alessandro era un leader silenzioso… Nello spogliatoio, non lo sentivi minimamente, in campo dava poche direttive. Gli bastava un semplice sguardo… La squadra in qualche modo sentiva il suo carisma nascosto. Un giorno per decidere chi dovesse prendere la fascia di capitano, feci un referendum nello spogliatoio. Chiesi ad ognuno dei miei ragazzi di scrivere il nome del papabile capitano bianconero. 22 schede su 25 portavano il nome di Alex”.
Così Marcello Lippi racconta uno dei tanti momenti salienti della carriera di Alessandro Del Piero, quello in cui è stato eletto Capitano. Una carriera costellata di vittorie, sfide, momenti di grande tensione e di importanti lezioni, poiché come Alex stesso afferma: “lo sport è una grande lezione, una continua e meravigliosa palestra di valori”.
Scopriamo, allora, quali sono i 10 valori fondamentali che l’hanno guidato e continuano a guidarlo dentro e fuori dal campo.
- IL TALENTO. Il talento da solo non basta. Ha a che fare con il carattere, con le sue eventuali debolezze, con l’impegno. Il talento cresce, migliora, va custodito e non invecchia. L’estetica conta, ma alla fine il tiro migliore è quello che va in porta. Il talento è anche cercare, ogni volta, una sfida maggiore, più complicata, passare sempre a qualcosa di più difficile e alzare l’asticella.
- LA PASSIONE. Una delle più grandi fortune della vita è fare della più grande passione il proprio mestiere. Il sentimento chiave che sta alla base di tutto, non solo degli allenamenti, è la curiosità, che rappresenta un ottimo modo per imparare, capire e migliorarsi continuamente. A volte la passione deve fare i conti con la delusione: in quei momenti bisogna continuare a osservarsi con lucidità, con autocritica ma senza mai flagellarsi. La lezione dello sport è questa: dare sempre il massimo, sia che si abbia a disposizione un minuto oppure l’eternità.
- L’AMICIZIA. Nessuno cresce o migliora da solo. Nei rapporti interpersonali è decisiva la volontà di migliorarsi. Un buon amico spinge all’autoanalisi, a ridimensionare i problemi. Si comincia con l’analizzarli e metterli a fuoco, che rappresenta il primo vero passo verso la soluzione. Bisogna concentrarsi sulla soluzione, non sul problema. L’amicizia sa aspettare e non ha fretta: il valore della calma è fondamentale, occorre saper rallentare ed essere capaci di guardarsi dall’esterno. La capacità di astrazione è fondamentale per tornare in noi.
- LA RESISTENZA. La forza di volontà rappresenta uno di quei valori che fanno la differenza nella vita e che ci permettono di resistere. “Non iniziare neanche la partita è molto peggio che essere richiamati in panchina”: un vero atleta è chi dà il massimo sempre, anche negli allenamenti, non solo in partita. La propria capacità di resistenza riguarda corpo e anima, muscoli e cervello e, nella vita così come nello sport, non è legata solo alla salute fisica o psicologica, ma agli imprevedibili agenti esterni. Chi comanda è la testa: lì dentro è possibile trovarci energie che neppure si pensava di possedere.
- LA LEALTÀ. La lealtà – non solo nello sport – rappresenta un investimento a lungo termine. La “furbata”, invece, è una scorciatoia e non va confusa con la scaltrezza. Una furbata è scorretta, mentre la scaltrezza è velocità di pensiero e agilità mentale. Un atleta dev’essere scaltro, ma non deve mai essere scorretto. Quando manca la lealtà, finisce lo sport. Non raccogliere le provocazioni è saggezza, non viltà. La lealtà dev’essere sempre perseguibile, un sentiero da percorrere ogni giorno, perché è un valore troppo grande per poter pensare di averlo raggiunto una volta per tutte.
Questi sono solo i primi 5 valori essenziali della leadership nello sport, nella vita e nel business.
Non perdere il prossimo articolo per continuare a leggere ciò che ha reso Alessandro Del Piero un leader senza tempo dentro e fuori dal campo!
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