La strategia freemium per aumentare il traffico
Un’analisi condotta da Hootsuite, nota piattaforma di social media management, ha rivelato che il 50% del tempo trascorso online avviene da mobile. Ognuno di noi, quindi, trascorre circa 7 ore al giorno connesso e lo fa per almeno la metà del tempo dal proprio smartphone. Sotto questo punto di vista, quindi, una strategia di marketing multicanale non può trascurare la mobile experience per aumentare il traffico.
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Se lo smartphone è lo strumento più performante in termini di traffico, una strategia marketing multicanale non può trascurare l’App: oltre a rappresentare uno dei mezzi più attrattivi per generare traffico, consente di fidelizzare e monetizzare in maniera efficace. Proprio sull’uso di un’App si fonda una delle strategie di maggior successo messe in campo negli ultimi anni da quelli che oggi sono dei colossi internazionali, la strategia freemium.
In cosa consiste la strategia freemium e perché fa aumentare il traffico
La strategia freemium consiste nel proporre agli utenti due versioni della stessa App: una basic e gratuita e una seconda più ricca di funzionalità e a pagamento. Nell’industria musicale, la sua applicazione ha trovato la più nota esperienza nel caso di Spotify.
Dal 2005 ad oggi, la fruizione di contenuti musicali in streaming ha visto una crescita esponenziale. La digitalizzazione ha surclassato strumenti analogici e reso idealmente la musica digitale fruibile da chiunque. Ma oltre alla facilità di fruizione, la chiave di volta che ne ha amplificato la crescita è stata proprio la strategia freemium.
L’ascesa di Spotify
Spotify, che sicuramente conoscerai, è un servizio di riproduzione digitale in streaming di musica, podcast e video, che permette l’accesso immediato e ovunque ci si trovi a milioni di brani e altri contenuti di artisti provenienti da tutto il mondo. Sin dalla nascita, le sue funzioni di base, come la riproduzione musicale, sono completamente gratuite ma, per accedere a funzionalità aggiuntive, come lo skip dei brani, è necessario effettuare un upgrade e passare alla subscription a Spotify Premium.
L’incremento degli utenti mensilmente attivi e degli iscritti premium nel quinquennio 2015 – 2020 è sorprendente: se gli utenti mensilmente attivi sono passati da 68 a 280 milioni, gli iscritti premium, cioè quelli paganti (e solitamente più difficili da ottenere), sono schizzati da 18 a 130 milioni.
Il conversion rate di Spotify
Per capire questi risultati dobbiamo analizzare il conversion rate di Spotify. In genere, per il free-to-paid, si considera buono un tasso di conversione del 4%, come ad esempio quello di Dropbox. I tassi ottenuti più di frequente, tuttavia, sono intorno all’1%, quando gli utenti sono ragionevolmente attivi. L’attuale tasso di conversione di Spotify? 46%.
I fattori determinanti nella strategia di conversione di Spotify
1) La registrazione tramite Facebook
Per evitare di effettuare una nuova registrazione sull’App (che talvolta “spaventa” l’utente), Spotify permette di accedere utilizzando le stesse credenziali di Facebook: per chi è già iscritto (la stragrande maggioranza delle persone) è molto utile. Questa è una strategia che riduce l’attrito dell’adozione di un nuovo prodotto e che tantissimi altri servizi hanno adottato in seguito a Spotify: dato che l’utente medio è pigro, con un semplice tocco si riesce ad attrarre un maggior numero di traffico.
2) Ottimizzare la user experience
L’obiettivo di Spotify è quello di far scoprire la musica. Per ottimizzare la user experience, fornisce playlist con canzoni già conosciute o playlist focalizzate su specifici generi musicali: così facendo passa in rassegna le canzoni più conosciute insieme a quelle emergenti. La reazione naturale dell’utente, ad una canzone che non conosce ma che apprezza, sarà di esplorare l’artista, l’album e le altre playlist collegate. Con un account gratuito però, non avrà il pieno controllo di ciò che ascolta.
3) Invogliare l’utente alla versione premium
Nella versione free gli utenti possono fruire dei contenuti gratuitamente, ma paradossalmente, a che prezzo? Spot pubblicitari a intervallare brevi successioni musicali, con un numero limitato di skip e una qualità di riproduzione minore. Una tollerabile “leva dolore” che, tuttavia, abbinata alla possibilità di sperimentare tutto il meglio dell’App gratuitamente per 30 giorni, fa la “magia”. Trascorso il mese di prova, molti utenti si abituano ai comfort e non riescono più a farne a meno e passano alla versione a pagamento. La strategia funziona: non soltanto in termini di traffico, ma anche in termini di monetizzazione.
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