Nel panorama aziendale attuale, caratterizzato da una crescente flessibilità lavorativa, spesso i team si trovano a fronteggiare il rischio della disgregazione. L’affiorare di nuove dinamiche, come le frequenti call o il remote working, ha contribuito a ridefinire ciò che una volta era considerato il normale funzionamento organizzativo. Questa tendenza ha portato a cambiamenti significativi che richiedono, a chi ha la responsabilità di gestire e formare team e gruppi di lavoro, nuove e ulteriori abilità di leadership.
Gli insegnamenti della “leadership tribale”
Per delineare queste skill, Jo Owen – esperto di management di livello internazionale e consulente per aziende come Apple, Microsoft e Unilever – ha preso ispirazione dallo studio del comportamento organizzativo dei capi delle tribù. Incrociando anni di esperienza e ricerca nel contesto di aziende multinazionali, la cosiddetta “leadership tribale” può, infatti, fornire insight strategici, strumenti e approcci pratici utili ai manager per rafforzare la coesione all’interno di comunità aziendali sempre più frammentate.
1. Cambia o muori
La sopravvivenza delle tribù dipende dalla loro capacità di adattamento e innovazione. In egual modo, le imprese che non si adattano alle mutevoli esigenze del mercato, alle nuove tecnologie e alle dinamiche del settore rischiano di fallire. Come sottolineato da Owen, ciò è testimoniato dal basso tasso di sopravvivenza delle aziende nell’indice Standard & Poor 500.
È dunque importante che i leader siano proattivi nell’affrontare gli ostacoli, ma soprattutto che sviluppino una mentalità flessibile e aperta, capace di sfidare il pensiero convenzionale e di esplorare nuove idee. Essere disposti a sperimentare nuove soluzioni implica assumersi dei rischi e, a volte, commettere degli errori: è proprio da questi ultimi, secondo l’esperto, che i manager e, in generale, i leader più efficaci traggono le opportunità per migliorare la propria leadership e l’ambiente che li circonda.
2. La leadership riguarda anche come sei (non solo ciò che fai)
I leader tribali non hanno lauree, ma ciò che manca loro in competenze, spiega l’esperto di management, lo compensano in valori. Questa visione può avere un rispecchiamento interessante anche nel contesto aziendale, in cui l’essenza autentica dei manager può risiedere proprio nei valori personali, che vanno ben oltre le skill tecniche.
Tra i valori e le qualità primarie che Owen ha individuato nelle comunità tribali e suggerisce come fonti di ispirazione, emerge il coraggio, inteso come la determinazione e la fiducia necessarie per affrontare sfide, situazioni controverse e conflitti. Il secondo valore, invece, è un atteggiamento proattivo a favore del bene comune. Essere un leader implica mettere le esigenze del team al di sopra dell’interesse personale, impegnandosi per il successo collettivo anziché per perseguire benefici individuali. La responsabilità, terzo valore cardine, promuove la trasparenza e la fiducia all’interno del team, evidenziando la maturità e l’integrità del manager o leader. Questi valori sono senza tempo, oltre che essenziali per una leadership efficace in qualsiasi contesto, non certo solo in quella “tribale”.
3. Rispetto per la collettività
Le tribù hanno compreso l’essenza della coesione e della solidarietà per garantire la sopravvivenza. Allo stesso modo, suggerisce Owen, le imprese dovrebbero guardare alla collaborazione e al mutuo sostegno come elementi vitali per la crescita.
I leader che incoraggiano la condivisione delle idee e promuovono un dialogo aperto, dimostrano di considerare i collaboratori come coautori dei risultati ottenuti. Tale approccio genera un forte senso di appartenenza e alimenta una maggiore motivazione nel raggiungimento degli obiettivi comuni. Il rispetto per la collettività, inoltre, riguarda anche le relazioni con i clienti, i fornitori e altri stakeholder. Un’azienda che mostra attenzione nei confronti di tutte le parti coinvolte crea un’immagine positiva consolidando, così, la sua reputazione sul mercato.
4. Scegliere le lotte giuste
Nelle società tribali, la sopravvivenza dipende spesso dalla capacità di prendere decisioni strategiche su quando e come affrontare le sfide, valutando attentamente le circostanze e le possibilità di vittoria prima di impegnarsi in un conflitto. Questo principio, nelle aziende, si traduce nel compiere scelte basate su un’analisi realistica delle opportunità e dei rischi. Ciò vuol dire raccogliere le informazioni pertinenti, coinvolgere il team nella valutazione delle opzioni e considerare le possibili conseguenze delle azioni intraprese. Sapere quando è opportuno lottare per un obiettivo e quando è più saggio ritirarsi richiede un bilanciamento tra ambizione e pragmatismo, un equilibrio fondamentale per manager e leader in ogni campo.
Inoltre, la leadership tribale enfatizza l’importanza di agire solo quando esiste una buona probabilità di successo: affrontare situazioni in cui le possibilità di successo sono scarse può comportare solo un costo elevato sia in termini di risorse che di morale del team. Abbracciando questa prospettiva strategica, l’azienda potrebbe trarre vantaggi significativi che contribuiscono alla sostenibilità nel lungo termine.
5. Le decisioni sono processi collaborativi
Le decisioni, nelle tribù, vengono spesso prese attraverso un processo collaborativo, in cui sono coinvolti tutti i membri del gruppo affinché possano esprimere le loro opinioni e contribuire alla discussione. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo che soddisfi le esigenze e le aspirazioni di ogni individuo. In un contesto aziendale, coinvolgere i membri del team nel processo decisionale aumenta la probabilità che comprendano il ragionamento sottostante alle scelte effettuate e si sentano motivati a sostenerle. Inoltre, prospettive e competenze diverse contribuiscono a una valutazione migliore delle opzioni disponibili e aiutano a individuare potenziali rischi o sfide nascoste, che potrebbero passare inosservate.
6. Comunicare meno, comunicare meglio
La comunicazione riveste, in azienda, un ruolo fondamentale nella creazione di fiducia, comprensione e coesione tra i membri di un team, in modo analogo a quanto avviene nelle comunità tribali. In queste ultime, la comunicazione si basa principalmente sul linguaggio verbale, sui gesti e sulle espressioni facciali, consentendo un trasferimento di informazioni più efficace e riducendo al minimo il rischio di malintesi. Sebbene la tecnologia abbia reso la comunicazione rapida, ha anche introdotto nuove possibilità di fraintendimenti. Le e-mail, le chat e i messaggi di testo, spesso privi della profondità e della ricchezza di informazioni presenti nella comunicazione non verbale, possono essere soggetti a interpretazioni ambigue o erronee. L’apertura e l’autenticità della comunicazione contribuiscono a creare un ambiente di lavoro positivo e collaborativo.
7. La gratitudine è uno strumento di leadership
Il settimo insegnamento che l’esperto trae dalla leadership tribale sottolinea l’importanza della gratitudine e dell’apprezzamento. Quando si riconoscono e si valorizzano le piccole vittorie e i momenti di gioia, si crea un clima di lavoro più stimolante per tutto il team. La gratitudine contribuisce a formare un senso di riconoscimento, incoraggiando i collaboratori a sentirsi valorizzati e motivati a dare il loro contributo. Dalla semplicità delle società tribali, i manager possono prendere ispirazione per semplificare le dinamiche aziendali e mantenere la focalizzazione su ciò che conta, portando a una maggiore efficienza e chiarezza di intenti.
Gestire team globali, con Jo Owen al Leadership Forum
Costruire fiducia, fissare obiettivi e incrementare le performance dei team in un business sempre più globalizzato: Jo Owen, uno dei maggiori esperti di management riconosciuto a livello globale e fondatore di Teach First – la più grande organizzazione di recruiting no-profit del Regno Unito, per cui è stato insignito di un OBE dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra, e di sette altre charity che raccolgono oltre 100 milioni di sterline ogni anno – condividerà i suoi insight sulla gestione di team globali e globalizzati sul palco del Leadership Forum, il 25 e 26 ottobre al Teatro Arcimboldi di Milano e in diretta streaming.
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