Perry Marshall, lo specialista di marketing online più quotato al mondo, che ha applicato per primo il principio 80/20 alle attività di vendita e marketing, è stato testimone di quanto è accaduto negli anni tra il 1999 e il 2000, quando le azioni di internet sono schizzate alle stelle.
Allora, nessuno poteva sapere realmente quale evoluzione ci sarebbe stata all’interno di quel mercato, che in realtà stava per piombare in un cratere gigantesco.
L’evoluzione
Da quelle ceneri speculative sono nati Google AdWords e il Pay-per-Click, che hanno segnato la vera crescita del mercato finanziario legato a Internet: le aziende producevano ricchezze incrementali grazie a siti semplicissimi, anche di sole due pagine, generando una massiva corsa all’oro.
Andava tutto a gonfie vele, poi è arrivata la crisi: nel 2008 molte aziende hanno chiuso. È stato allora che Perry Marshall, dal suo osservatorio privilegiato, ha deciso di spostare il focus delle analisi sulla strategia volta alla creazione di un business sostenibile, in grado di reggere alla prova del tempo. Ha quindi iniziato a studiare le aziende della Silicon Valley per identificare gli step che hanno reso possibile la costruzione del fossato intorno al loro castello.
Il Network Effect visto nella pratica
Ciò che ha generato il primo impulso alla crescita è stato il Network Effect, che ha dato impulso a molte realtà della Silicon Valley, come Facebook, Google, Ebay, Airbnb.
Nel 1998 tutti iniziarono a vendere online.
In eBay rispetto a Yahoo c’erano più compratori, disposti ad acquistare anche ad un prezzo più alto: la prima piattaforma aveva una maggior capacità di attrarre venditori, che attraggono acquirenti, che a loro volta attraggono venditori.
Alla base dell’effetto rete c’è una legge, formulata da Robert Metcalfe (inventore delle reti Ethernet), secondo cui:
“L’utilità e il valore di un network è proporzionale al numero di utenti al quadrato.”
In pratica, se eBay passava da 1 a 2 milioni di user, il valore della piattaforma era quindi 4 milioni, in quanto ogni buyer aggiungeva attrattività ad ogni venditore e ogni venditore faceva lo stesso verso i buyer, creando un circolo virtuoso.
Il valore dell’experience
Quello che stava avvenendo per eBay sarebbe accaduto anche per Google: con l’integrazione in Gmail di servizi come Google Maps e Google Shopping, c’erano sempre più motivi per tornare in Google, che veniva utilizzato in modo continuativo.
Google, inoltre, fece una cosa che gli altri motori di ricerca non capirono: intuì che i dati provenienti dalle ricerche erano di enorme valore. Se una persona stava cercando delle scarpe e aveva cliccato sul terzo risultato senza tornare indietro, era probabile che avesse trovato e acquistato il prodotto che cercava. Ogni user creava valore per l’esperienza dell’altro user: questo è il Network Effect!
I business analizzati da Perry Marshall non sono, però, solo legati al mondo del software e delle piattaforme social: ci sono esempi di aziende che hanno costruito la loro crescita su una strategia meno visibile all’esterno, ma per questo ancora più efficace: la Semplificazione.
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