24 asset per la crescita
Esistono diverse tipologie di crescita aziendale. Alcune attività generano abbastanza reddito da garantire al loro fondatore il tenore di vita desiderato, ma non oltrepassano una soglia critica di espansione. Poi ci sono le aziende performanti, grosse realtà dal fatturato multimilionario, che riescono a soddisfare le richieste di un vasto mercato. Poche altre, infine, hanno avuto una crescita esplosiva come Facebook o Uber.
Le aziende di successo hanno una cosa in comune: sono riuscite a sviluppare asset fondamentali. Daniel Priesley, imprenditore seriale e autore bestseller del libro Tutto Esaurito, decodificando il modo in cui le aziende si espandono e si arricchiscono, ha individuato 24 asset che un’azienda deve sviluppare per avere un business scalabile e redditizio.
Gli asset sono risorse e beni che non perdono valore con la nostra assenza. Pensiamo, ad esempio, a una casa: se oltrepassiamo la soglia e usciamo, il suo valore non cambia. Le azioni delle grandi società non crollano se uno degli azionisti va in ferie. Ecco una definizione molto esplicativa di cosa si intende per asset aziendale: “qualunque cosa renda unica la vostra azienda e sia capace di continuare a generare valore anche in assenza di una particolare persona”.
Sostenere la crescita, generare valore e favorire stabilità
Quali sono gli asset aziendali nel mercato attuale?
I migliori beni di cui un’azienda può disporre al giorno d’oggi sono quelli immateriali, ovvero le risorse digitali.
“Oggi gli asset immateriali producono tanti ricavi quanti ne generavano nell’era industriale gli asset tradizionali, quali immobili di proprietà, fabbriche o macchinari”.
Daniel Priestley
Un ristorante sempre vuoto si riempirebbe subito se venisse rilevato da un cuoco famoso, così come una società di consulenza aumenterebbe il numero dei clienti se il suo CEO scrivesse un bestseller. Imprenditori e leader di tutto il mondo sono convinti che le entrate siano legate alle vendite e alle attività di marketing, in realtà il reddito è correlato agli asset che ne stanno alla base. Poiché ci troviamo nell’era digitale, gli asset che contano sono digitali. I 24 asset di cui parla Priestley rappresentano pertanto un metodo per creare un ecosistema di risorse digitali che permettono di sostenere la crescita, generare valore e favorire stabilità del business.
24 asset in 7 categorie
Se chiedete a una squadra di piloti di Formula 1 cos’è che fa la differenza per la vittoria (motore, il carburante, il pilota, gli sponsor, le gomme o la carrozzeria) vi risponderanno che una componente sola non basta e che per vincere una gara serve avere tutte queste cose. Analogamente, non esiste un’unica cosa in grado di creare il valore di un’azienda, ma c’è bisogno di un ecosistema di asset.
Le aziende migliori hanno un buon insieme di asset divisi in 7 categorie:
- La proprietà intellettuale. L’azienda ha diritti di proprietà intellettuali difendibili o è conosciuta per idee e metodi preziosi.
- Gli asset di brand. L’azienda è conosciuta, apprezzata e gode della fiducia di un gruppo di clienti fedelissimi che difficilmente passeranno a un’altra marca.
- Gli asset di mercato. L’azienda può vendere prodotti, diffondere idee o raggiungere un vasto gruppo di potenziali clienti più velocemente e in maniera più economica rispetto ad altri nello stesso mercato.
- Gli asset di prodotto. L’azienda ha creato prodotti unici e servizi che sono difficili da replicare o con cui è difficile competere.
- Gli asset di sistema. L’azienda ha un insieme di procedimenti che consentono di operare in maniera più efficiente rispetto alla concorrenza, mantenendo o migliorando la qualità.
- Gli asset culturali. L’azienda è in grado di attrarre, trattenere, far crescere e gestire persone competenti a un costo inferiore rispetto alla concorrenza.
- Gli asset finanziari. L’azienda è capace di raccogliere capitale o prendere in prestito denaro a condizioni migliori rispetto ai competitor.
Tutti gli asset sono fondamentali, ma almeno due si riveleranno più importanti degli altri. Gli asset principali di Google sono, ad esempio, la proprietà intellettuale (pensiamo agli algoritmi) e la cultura aziendale, data dalla sua capacità di attrarre talenti che continuano ad apportare numerose innovazioni. Quelli di Apple sono sicuramente il brand e i prodotti; Airbnb dipende da asset di sistema e di mercato, perché ha definito una nuova categoria di mercato (posizionamento), così come Amazon, quando Jeff Bezos nel 1999 ha sviluppato un semplice sistema di pagamento, catapultando l’azienda in testa a tutte le piattaforme di e-commerce.
Puoi approfondire, nello specifico, quali sono i 24 asset identificati da Priestley.
- Gli asset di proprietà intellettuale, che aggiungono valore inestimabile al brand, perché sono le idee che l’azienda ha ideato (immagini, file audio o video, algoritmi, metodologie e codici), e la cui proprietà è stata protetta legalmente.
- Quelli di brand, che danno un’identità all’azienda. In un mercato, in cui la scelta di prodotti e fornitori è così ampia, un brand affidabile non è mai stato così importante.
- Quelli di mercato, che aiutano generare un’offerta su misura per il cliente finale. Conoscere il mercato significa far decollare il proprio business in maniera efficace e prevedibile.
- Quelli di prodotto, che aiutano a creare un’offerta senza precedenti.
- Gli asset di sistema, che permettono all’azienda di automatizzarsi e creare valore a prescindere dalla presenza dei top manager e dell’imprenditore.
- Quelli culturali, per elevare l’immagine aziendale.
- Quelli finanziari, che aiutano ad attirare un flusso costante di investitori.
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