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Guidare la crescita aziendale tra crisi climatica e innovazione

Il futuro del business si riflette in uno specchio di acque sempre più turbolente: non solo quelle fisiche che scorrono negli impianti industriali, ma anche quelle metaforiche di una crisi climatica in accelerazione, capace di ridefinire limiti, opportunità, e di trasformare la gestione delle risorse idriche in un asset strategico per la competitività aziendale.

Non sorprende, quindi, che il tema occupi una posizione di rilievo nelle agende politiche internazionali, tanto che le Nazioni Unite hanno dedicato l’Obiettivo 6 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proprio a “garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”.

Ripensare i modelli di business per affrontare la crisi dell’acqua

L’urgenza di adottare un approccio sostenibile, fondato su innovazione, efficienza e resilienza, trova conferma anche in Italia, come evidenziano i dati diffusi dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nel 2023. Secondo il rapporto, le risorse idriche disponibili hanno registrato un calo del 18,4% rispetto alla media annua del periodo 1951-2023. A ciò si sommano le perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, che nel nostro Paese raggiungono circa il 43%, rispetto ad una media Europea del 23%.

Nuovi KPI della crisi climatica e dei trend di mercato globali: gli oceani

Una situazione già di per sé complessa a cui si aggiunge il pericolo di un inquinamento permanente, ovvero un accumulo di agenti inquinanti così elevato da non poter essere più smaltito dall’ambiente. Infatti, fiumi, laghi e mari possiedono una naturale capacità di autodepurarsi attraverso processi biologici che degradano o trasformano parte delle sostanze nocive. Oggi, però, la quantità di contaminanti riversata nelle acque è talmente massiccia da oltrepassare questo limite, impedendo agli ecosistemi di rigenerarsi.

“Sono i nostri oceani a produrre il 50% del nostro ossigeno e allo stesso tempo ad assorbire circa il 30% dell’anidride carbonica, contribuendo a limitare il riscaldamento globale, ma la loro devastazione è in corso e racconta una realtà tragica”, ricorda Diana Nyad, fondatrice di numerose iniziative sociali e ambientali nonché la prima persona a compiere a nuoto la traversata di oltre 177 km da Cuba alla Florida senza una gabbia per squali.

Lo stato attuale degli oceani rappresenta un chiaro segnale di quanto la crisi climatica e ambientale costituisca un rischio rilevante per le aziende. L’innalzamento delle temperature dei mari, l’inquinamento chimico e l’accumulo di rifiuti non compromettono soltanto la biodiversità, ma incidono significativamente sulla stabilità dei mercati, dove la disponibilità delle risorse diminuisce progressivamente mentre la domanda aumenta e la fiducia dei clienti si misura in KPI di sostenibilità.

Sostenibilità e innovazione idrica come driver di crescita

Ogni decisione strategica, dal modello di produzione agli investimenti, ha un impatto che travalica confini e settori, determinando conseguenze reali e tangibili sul lungo periodo e a livello globale.
In quest’ottica, l’adozione di tecnologie innovative per il trattamento e il riutilizzo idrico – come i sistemi a membrana biologica, la nanofiltrazione e l’osmosi inversa – costituisce un asset fondamentale per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua, contenere gli sprechi e prevenire l’immissione di reflui contaminanti nell’ambiente. Ma non solo, quando queste soluzioni sono integrate secondo i principi dell’economia circolare, favoriscono un approccio sostenibile, rafforzando la competitività, aumentando la resilienza delle filiere produttive e riducendo la dipendenza da fonti esterne.

La competitività passa anche attraverso la fitodepurazione

Un esempio virtuoso è rappresentato dal progetto di Edison NEXT nel settore automotive del Nord Italia basato sulla fitodepurazione, un processo naturale che depura le acque reflue generate dal processo industriale attraverso l’azione combinata di piante, microrganismi e substrato all’interno di un bacino appositamente realizzato.

L’impianto, in cui l’acqua è trattata passando per gravità, con un flusso verticale, attraverso un substrato ghiaioso, della superficie di 2.500 m², con quattro essenze vegetali di specie compatibili con l’ecosistema della Riserva naturale delle Baragge, consente di riutilizzare nel ciclo produttivo fino al 60% delle acque trattate, invece di scaricarle in acque superficiali. Ciò evidenzia quanto questa tecnologia possa essere applicata efficacemente anche in contesti industriali caratterizzati da acque reflue a basso contenuto di sostanze organiche, garantendo al contempo alte prestazioni e sostenibilità.

Esperienze come questa dimostrano che l’acqua non è solo una risorsa da gestire, ma un vero e proprio driver di innovazione e crescita, in grado di guidare le aziende verso una trasformazione che le rende protagoniste di un modello rigenerativo, capace di coniugare in modo duraturo competitività economica e sostenibilità.

Diana Nyad: mindset e sostenibilità al Leadership Forum

Quello della sostenibilità è un tema ormai fortemente intrecciato a quello della competitività: entrambi nodi centrali per le aziende e per i leader che hanno il ruolo e la responsabilità di guidare la crescita e di farlo in maniera positiva non solo per stakeholder e organizzazioni ma per il futuro del pianeta. Questi temi saranno al centro del Leadership Forum, il grande appuntamento annuale dedicato alla leadership e al management: un momento di incontro con grandi business thinker globali e di confronto con oltre 1800 CEO, manager, dirigenti e aziende per acquisire nuove idee e ispirazioni, disegnare nuove prospettive di crescita per le aziende e generare nuove connessioni. Per conoscere il programma completo dell’evento, consulta l’agenda a questo link.