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Fare meglio, con meno risorse: che cos’è l’innovazione frugale

Nuovi modelli per l’era della scarsità

La scarsità di risorse e il drastico aumento dei costi sono oggi una questione centrale per organizzazioni e interi Paesi, in Europa e nel mondo. A queste problematiche si aggiunge una realtà ad essa strettamente legata e in costante sviluppo. È uno shift nelle abitudini di vita e di consumo. Più consapevoli e informati, siamo tutti inevitabilmente attenti al rapporto tra qualità e costo, focalizzati verso comportamenti ecologici. Una situazione che, nel complesso, rende sempre più urgente rivedere i modelli di business e i sistemi organizzativi secondo criteri di maggiore sostenibilità e agilità.

Risorse limitate, soluzioni efficaci

“Fare meglio, con meno risorse” è il condensato di un innovativo approccio, quello dell’Innovazione frugale, che il ricercatore ed esperto di management Navi Radjou, nominato tra i più influenti business thinkers a livello internazionale nella Thinkers50. Si tratta di un approccio attraverso il quale dare vita a modelli di business, e di conseguenza a sistemi e società, più sostenibili, a livello economico, finanziario ed ambientale. L’idea alla base di questo pensiero arriva dal termine hindi Jugaad, che indica “la capacità di improvvisare una soluzione efficace, con risorse limitate, in un momento di difficoltà”.

Un mindset Jugaad

Un frigo che funziona senza elettricità, una bici in grado di utilizzare lo stato dissestato delle strade per trarne energia di accelerazione per andare più veloce, servizi che permettono di inviare e ricevere denaro senza avere un conto in banca tramite il telefono: sono tutti esempi di “semplici” idee Jugaad, spiega Radjou, sviluppate da imprenditori in Paesi con economie emergenti, nel tentativo di dare valore, con poche risorse.

Si tratta di un’attitudine che, trasportata anche nelle economie più solide, permette di creare un “nuovo sistema operativo” per affrontare un mondo sempre più contraddistinto da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità. Un approccio resiliente o, ancor meglio antifragile, per navigare la complessità e uscirne rafforzati.

L’innovazione frugale è più di una strategia di management

L’innovazione frugale è, di fatto, più che una strategia di management: richiede una riconfigurazione del pensiero, il passaggio a una nuova mentalità, che vede la carenza di risorse non più e non solo come una difficoltà da risolvere, ma come un’opportunità. L’opportunità è quella di mettere al centro del sistema organizzativo e produttivo non soltanto l’efficienza, ma ancor prima l’agilità.

“Le imprese frugali sono quelle che non cercano di stupire i clienti con prodotti sempre più sofisticati a livello tecnico, ma fanno tutto ciò che possono per creare soluzioni di qualità, che producano il maggior valore possibile, al minor costo”, spiega Navi Radjou.

Dal modello tradizionale all’innovazione frugale

Il tradizionale mindset “in stile” Silicon Valley continua a rincorrere l’ultimo ritrovato tecnologico e a investire ingenti capitali in ricerca e sviluppo, sfruttando tonnellate di risorse naturali. Mira a creare prodotti sempre più complessi per differenziarsi. Ma il risultato è che sono i clienti finali a pagare di più ogni volta che vengono aggiunte nuove funzionalità.

È un modello che va esaurendosi e rischia di entrare in crisi quando, lo stiamo vedendo negli ultimi anni, il mondo è scosso da cambiamenti di portata epocale, accompagnati dalla diminuzione del potere d’acquisto di una fetta importante della popolazione occidentale e da una crisi energetica.

I vantaggi di un’economia frugale

Acquisire l’abilità di creare più valore economico e sociale sfruttando meno risorse ha degli immediati vantaggi, spiega ancora il ricercatore ed esperto Radjou. Un’economia basata sull’innovazione frugale, infatti, se applicata su larga scala, ottimizza i costi e consente di estendere a più ampie fette della popolazione beni e servizi indispensabili, come energia e sanità. Si tratta di prendere ciò che è abbondante per risolvere ciò che è scarso. Ma permette anche a tutte le imprese delle economie sviluppate e consolidate di creare prodotti innovativi, che meglio rispondono alle esigenze dei clienti, e allo stesso tempo di crescere in modo più sostenibile, generando benessere e fare la differenza nella società. Si tratta di superare i modelli orientati alla rincorsa al “sempre di più”, che hanno portato, nell’ultimo secolo, a eccessi nel consumo e nello spreco, con le conseguenze che ben conosciamo.

Sfruttare mercati “trascurati”, dando valore

Adottare modelli di innovazione frugale consente di sfruttare mercati finora trascurati, dando valore. Non sono solo le economie emergenti a rappresentare mercati nuovi, a cui non ci si è ancora propriamente rivolti e, quindi, con grande potenziale. C’è, argomenta Radjou, in ogni economia, anche in quelle dei Paesi avanzati una “base della piramide”, una fetta di potenziale economico ancora non sfruttato.

Un report di Accenture indica che la fascia di basso reddito della popolazione europea rappresenta un mercato del valore di 220 milioni di euro. Si tratta di un mercato che la maggior parte delle aziende ha per molto tempo trascurato, per focalizzarsi sui consumatori alto spendenti. Un altro esempio, riportato dall’esperto nel suo bestseller Frugal Innovation, riguarda i servizi finanziari negli Stati Uniti, ai quali secondo la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), quasi un quarto della popolazione non ha accesso. I bisogni molto specifici di questa fetta non sono adeguatamente presi in considerazione da nessuna delle tante istituzioni bancarie: un mercato ancora intatto che il Center for Financial Services Innovation (CFSI) stima a quasi 90 miliardi di dollari. Un mercato che potrebbe essere raggiunto e soddisfatto con un prodotto “frugale”, maggiormente adeguato alle sue esigenze, in grado di portargli valore e, così, di generare valore per tutti.

Innovazione frugale: sostenibile, inclusiva e compliant

L’innovazione frugale è aderente alle policy che in maniera crescente vengono adottate da governi e società in tutto il mondo per ridurre le diseguaglianze sociali e promuovere una crescita più inclusiva. Business model frugali – continua Radjou – permetterebbero, ad esempio, alle grandi aziende farmaceutiche e del settore medicale di abbassare i costi di produzione e rendere i loro prodotti più accessibili, senza abbassarne la qualità. In questo modo, il loro mercato si amplierebbe e, allo stesso tempo, prodotti e servizi di essenziale importanza, in grado di migliorare esponenzialmente la qualità della vita, sarebbero finalmente disponibili a quella fetta di popolazione, non esigua nel caso degli USA, che ha un minore potere d’acquisto e che al momento non ha la possibilità di finanziare una copertura assicurativa sanitaria.

Attrarre e nutrire giovani talenti

Lo shift valoriale e un nuovo focus sui temi dell’ecosostenibilità non interessa solo le scelte d’acquisto, ma anche le scelte di vita. In primis, le scelte di carriera dei giovani, che oggi preferiscono iniziare il loro percorso lavorativo in aziende attente alle questioni sociali e ambientali.

Lo State of the Global Workplace 2022 Report elaborato da Gullup, società americana di analisi e consulenza, mostra che a livello globale solo il 21% dei lavoratori si sente coinvolto nel proprio lavoro. E la percentuale scende al 14% quando si esamina l’Europa. Frustrazione, scarsa motivazione e sentimenti di generale insoddisfazione hanno un impatto diretto sui singoli e quindi anche sul lavoro collettivo di team e, in definitiva, sui risultati dell’impresa.

È facilmente comprensibile come supportare cause sociali e ambientali oggi sia indispensabile, oltre che per il benessere del Pianeta e di chi lo abita, per attrarre nuovi talenti nonché per incrementare il coinvolgimento e la motivazione di un numero sempre crescente di persone che mettono al centro della propria vita i valori della sostenibilità.

Un’azienda che adotta modelli di innovazione frugale, che mirano ad allargare benefici a fette della popolazione, riducendo l’impatto degli sprechi e consumando meno risorse, è un’azienda che ben interpreta i bisogni e le aspirazioni di una forza lavoro giovane e piena di potenziale.

L’innovazione frugale al Leadership Forum 2023

Navi Radjou è ricercatore e consulente sui temi di leadership, innovazione e strategie di crescita per le maggiori imprese europee e statunitensi

Nominato da Thinkers50 come uno dei 50 esperti di management più influenti al mondo, è stato Fellow della Judge Business School dell’Università di Cambridge. Il suo TED talk sull’innovazione frugale ha ricevuto oltre 2 milioni di visualizzazioni. Già vicepresidente di Forrester Research, è autore di due bestseller premiati, tra cui Frugal Innovation.

Come aumentare l’agilità, ottimizzare le risorse e innovare in modo efficiente grazie all’economia rigenerativa e alle tecnologie digitali: ne parleremo insieme a Navi Radjou al Leadership Forum 2023, il grande business event dedicato a CEO, top-manager, imprenditori e aziende, e che vedrà sul palco 11 tra i più interessanti business thinker internazionali, esperti di management e del mondo accademico.
Il 25 e 26 ottobre, al Teatro degli Arcimboldi e in diretta streaming. Il programma completo è disponibile cliccando qui.